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Recensione: La solitudine dei numeri primi


Titolo: La solitudine dei numeri primi

Autore: Paolo Giordano

Anno: 2009

Generi: Romanzo di formazione

Pagine: 312

Altri libri dello stesso autore: Il corpo umano, Il nero e l'argento

Trama

I protagonisti della storia sono Alice Della Rocca e Mattia Balossino, due ragazzi segnati profondamente da un'infanzia problematica. Da piccola Alice viene costretta dal padre, che ripone in lei grandi speranze, a partecipare a un corso di scii. Una mattina Alice si allontana dal suo gruppo e cade rovinosamente, riportando una grave ferita alla gamba che non guarirà mai completamente, azzoppandola a vita.

Mattia è un bambino prodigio, estremamente intelligente. Al contrario, sua sorella gemella Michela ha un grave ritardo mentale. Mattia risente molto della condizione della sorella, soprattutto perché viene emarginato dagli altri compagni. Quando un giorno un suo compagno di classe invita entrambi al compleanno, Mattia decide di lasciare la sorella in un parco facendole promettere di aspettare fino al suo ritorno, in modo da partecipare alla festa senza di lei. Michela scompare per sempre, forse annegata nel fiume vicino.

 

Prima di esporvi le mie opinioni sul romanzo vorrei soffermarmi brevemente su un particolare. Il titolo del romanzo pensato originariamente da Paolo Giordano era stato "Dentro e fuori dall'acqua", ma è stato modificato con l'attuale titolo dall'editor della Mondadori, molto più "market friendly" anche se non così significativo come il primo. Il romanzo narra le vite parallele di Alice e Mattia attraverso le vicende spesso dolorose che ne segnano l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta. Ho letto questo libro qualche anno addietro, incuriosita dai pareri tanto contrastanti letti su internet. Ho notato che c'è una netta distinzione fra i lettori: chi lo critica aspramente e chi invece lo definisce una "perla letteraria".Personalmente, l'ho apprezzato molto. Scritto magistralmente, racconta due storie difficili di due persone reali con problemi reali (una delle critiche allude a personaggi e situazioni molto stereotipati). La storia non è poco realistica, racconta soltanto una realtà "aspra e forte" e forse proprio per questo può sembrare surreale, ma non lo è. Il romanzo non si conclude con un lieto fine: non c'è alcun sollievo dalle difficoltà quotidiane per i due giovani, e questo rende il libro ancor più realistico. Molto particolare l'analogia fra i due protagonisti, isolati e "diversi", e i numeri primi:

« I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari.»

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