Recensione: Il buio oltre la siepe
Titolo: Il buio oltre la siepe
Titolo originale: To Kill a Mockingbird
(Uccidere un usignolo)
Autore: Harper Lee
Anno: 1960
Generi: Narrativa di formazione,
Romanzo di formazione
Pagine: 304
Altri libri dello stesso autore: Va', metti una sentinella
Trama
La storia viene raccontata in prima persona dalla protagonista Scout, ormai adulta, ed è ambientata in Alabama all'inizio degli anni 30, durante la grande depressione. Jean Louise (Scout) e Jeremy (Jem) Finch sono due ragazzini orfani di madre, che vivono nella piccola cittadina immaginaria di Maycomb. Il padre Atticus è avvocato e, nonostante il poco tempo concessogli dalla sua professione, si occupa con grande sensibilità e affetto dell'educazione dei due figli, col solo sostegno della brava domestica nera Calpurnia. La vicenda si svolge nell'arco di tre anni e inizia quando la bambina ha sei anni ed è impegnata, durante l'estate, in giochi avventurosi col fratello Jem, più grande di 4 anni e con l'amico Dill, suo coetaneo. Abituati a inventare personaggi ispirati alle vicende dei loro romanzi di avventura preferiti, i tre ragazzi sono attratti dalla misteriosa presenza del vicino di casa Boo (Arthur Radley), in passato membro di un gruppo di giovinastri, che per evitare il riformatorio è stato segregato in casa dal padre.
La tranquillità della cittadina è sconvolta da una grave vicenda: Tom Robinson, un bracciante nero, viene ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca (Mayella Ewell). Atticus è incaricato dal giudice Taylor di difenderlo. Per aver preso posizione a favore di un nero, Atticus viene duramente giudicato dai cittadini di Maycomb, che lo definiscono "negrofilo"
Il buio oltre la siepe è sicuramente un grande classico da non perdere. Inizialmente la storia sembra essere incentrata su tre ragazzi (Scout Finch, Jem Finch e Dill Harris) che cercano di scoprire il mistero che ruota attorno alla figura di Boo Radley, ma successivamente i temi trattati saranno sicuramente più maturi (discriminazione razziale, abusi, minacce). Ho notato un parallelismo fra il percorso formativo dei ragazzi e il crescendo morale della storia, che affronta temi sempre più complessi. L’aumentare della criticità degli argomenti trattati implica la crescita personale dei ragazzi, e viceversa. Tuttavia non esiste una discontinuità fra i temi semplici di partenza e quelli sempre più “spinosi” nel finale: l’autore riesce magistralmente a legare questi temi (a circa metà del racconto ho iniziato a chiedermi in che modo l’autore avrebbe fatto convergere tutti i fili della storia nel finale, iniziavo a mettere in dubbio la continuità della trama, ma come detto l’autore ha fatto un ottimo lavoro). Entra quindi a pieno titolo nella categoria dei “romanzi di formazione”, un romanzo adatto a tutte le età e a mio parere da rileggere varie volte nella vita: siccome è un romanzo “che cresce”, sarebbe opportuno accompagnare la nostra crescita con la sua, per scoprire nel tempo varie sfumature che si possono percepire soltanto compiendo lo stesso percorso formativo fatto dai protagonisti.
"Il coraggio è quando lotti sapendo che avrai già perso"
Comments