Recensione: Una luce improvvisa
Titolo: Una luce improvvisa
Titolo originale: A Sudden Light
Autore: Garth Stein
Anno: 2014
Generi: Narrativa, fantascienza, fantasy
Pagine: 433
Altri libri dello stesso autore: L'arte di correre sotto la pioggia
Trama
È un pomeriggio d’estate e Trevor Riddell è in viaggio verso Seattle con suo padre. Viaggiano in silenzio: Trevor, quattordicenne, pensa ai genitori che si stanno separando, e gli sembra una cosa impossibile. Suo padre Jones guida, e intanto pensa al proprio fallimento economico, a sua moglie che si è allontanata, e alla grande casa di famiglia, dove ora è diretto con il figlio per un motivo che conosce soltanto lui. Lì, tra le mura di Riddell House, una immensa magione nei boschi, ormai mangiata dall’edera, fatta di mille stanze, sale da ballo e salotti un tempo sempre illuminati, si è svolta la storia dei suoi avi – piena di luci e bagliori, ma anche di ombre e oscurità. Una storia che comincia con il bis-bis nonno Elijah, barone del legname, colpevole di aver sventrato le foreste americane, ai primi del ’900, accumulando una fortuna immensa. E continua con i suoi figli e i figli dei suoi figli, vite splendide o spezzate, avvolte nel mistero del tempo, consumate tra errori, amori sbagliati, sogni troppo grandi. Spetterà al giovane Trevor, nella lunga, magica estate che lo aspetta, gettare luce sui misteri di Riddell House, e aiutare suo padre a riconciliarsi con il passato della sua famiglia, scoprendo che cosa ha avvelenato a poco a poco i suoi membri, per generazioni, come una maledizione.
Lessi questo libro nel lontano (si fa per dire) 2014. Per la prima volta nella mia vita comprai un libro senza sapere nulla sulla trama e senza aver mai sentito nominare l'autore. Fortunatamente è stata una piacevole sorpresa. Una luce improvvisa è dominato dal mistero, da una fitta nebbia che circonda la famiglia Riddle e che pian piano si dissipa, rivelando un finale davvero a sorpresa (rare volte ho ritenuto il finale di un libro sorprendente). Particolare anche la riflessione sulla sessualità (non vi svelo nulla), le difficoltà familiari e i conti con il proprio passato, tutti argomenti molto "reali", vicini al nostro quotidiano, che nel libro vengono associati ad elementi fantastici. In questo modo l'autore è vicino al reale ma allo stesso tempo se ne distacca, fornendo al lettore riflessioni importanti condite dall'intrattenimento del fantasy. Garth Stein ci sa fare con le parole: le descrizioni sono estremamente efficaci e suscitano vere emozioni. Gli eventi narrati portano il lettore a riflettere sui fantasmi che ognuno si porta dentro. P.S. Limonata. Limonata ovunque. Solo io ho notato questa cosa?
"Non ero poi così certo che la morte fosse la fine che avevamo sempre preteso che fosse"
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