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Recensione: Lui è tornato


Titolo: Lui è tornato

Titolo originale: Er ist wieder da

Autore: Timur Vermes

Anno: 2012

Generi: Satira, Fiction, Romanzo

Pagine: 443

Altri libri dello stesso autore: München für Verliebte



Trama

Adolf Hitler si risveglia da uno stato di ibernazione (che lo ha fatto rimanere con la sua stessa età del "presunto" suicidio, tra il terreno e l'inferno) in un cortile di Berlino nel 2011, convinto di trovarsi ancora nella capitale del Terzo Reich investita dall'offensiva dell'Armata rossa nell'aprile 1945. In realtà si rende conto gradualmente che sono passati più di 66 anni e che la Germania ha perso la seconda guerra mondiale. Viene subito scambiato per un comico e assunto da un' emittente televisiva.

 

Di questo libro ho apprezzato particolarmente il punto di vista e la scansione psicologica di Hitler, il protagonista. Il romanzo offre un quadro molto preciso e quanto più possibile veritiero del carattere e della conformazione mentale del fuhrer: una persona fredda e calcolatrice, pronta a ogni evenienza. La descrizione di Hitler è infatti uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente nel libro, perché a mio parere è molto conforme alla realtà. L'autore si è cimentato nella descrizione con fonti storiche alla mano, riportando tutti gli aspetti che è riuscito a reperire. Il racconto è ricco di umoristici fraintendimenti, resi ancor più tali dall'estrema serietà con cui Hitler li affronta, ma dietro tale ilarità si nascondo tantissimi spunti di riflessione. Il libro è dotato di un'appendice storica ben documentata (note dell'autore) in cui vengono spiegati i principali avvenimenti e personaggi storici citati nel libro. Ciò permette giustamente di inquadrare il libro, al termine della lettura, nel contesto storico in cui è ambientato. Il finale mi ha lasciata un po' perplessa. Non mi dilungherò molto per non rovinarvi la lettura, ma credo che l'autore sia partito da una idea molto creativa e originale non riuscendo però a svilupparla in modo ottimale.


"La compassione non mi è sconosciuta. Un autentico Fuhrer patisce insieme ai suoi connazionali come se ognuno fosse figlio suo. Tuttavia, la pietà non ha ancora mai aiutato nessuno."



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