Fonti Letterarie #2 : Dracula
Titolo: Dracula
Titolo originale: Dracula
Autore: Bram Stoker
Anno: 1897
Generi: horror, gotico
Pagine: 321
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Trama
Il giovane Jonathan Harker viene inviato dal suo capo in Transilvania per curare l'acquisto di un'abitazione a Londra fatta da un nobile transilvano, il Conte Dracula. Viene ospitato nel tetro e desolato castello del Conte, dove dopo non molto tempo si accorge di alcuni strani particolari: Dracula non mangia mai, non si fa vedere di giorno, non dorme di notte, non si riflette negli specchi. Jonathan inizia a indagare sugli strani eventi che si susseguono nel castello e, dopo aver scoperto la natura mostruosa del Conte, decide di scappare ( o meglio evadere) dal castello. L'azione si sposta in Inghilterra, con l'introduzione di nuovi personaggi come Mina Murray (moglie di Jonathan), Lucy Westenra (amica di Mina), John Seward (direttore di un manicomio) e in un secondo momento Van Helsing. Insieme cercheranno di eliminare la minaccia del terribile vampiro, giunto nel frattempo a Londra, e salvare l'intera umanità da uno spietato flagello.
Premessa: Bram Stoker e molti altri autori si perdono davvero in troppi dettagli. Credevo che fosse mea culpa, che la mia maturità letteraria fosse ancora acerba al punto da non poter apprezzare appieno le opere letterarie più "complesse" (o meglio più lunghe). Ma leggendo l'introduzione di "Delitto ideale" di Luigi Capuana, mi trovo pienamente d'accordo con le sue parole. Alcuni romanzi di 500 pagine potrebbero benissimo essere riformulati in una eccellente novella, ma vengono forzati ad essere lunghi e pesanti dalle numerose ed estenuanti descrizioni, nonché dai dialoghi arzigogolati.
Dracula è un romanzo dall'inizio abbastanza avvincente (considerando il fatto che nel 1897 l'argomento "vampiro" era abbastanza abbastanza fresco, non rielaborato fino allo stremo come avviene ai nostri giorni) che comincia a declinare verso un abisso straordinariamente profondo man mano che si prosegue e specialmente dopo che la scena si sposta a Londra.
È strutturato a mo' di raccolta di lettere, telegrammi e soprattutto diari. Come precedentemente affermato in altre recensioni, non ho una particolare simpatia per questo tipo di struttura, anche se fino ad ora ho sempre apprezzato i libri di questo tipo. L'artificio della raccolta epistolare, se ben utilizzato, dà all'autore molti vantaggi e libertà di movimento (per esempio è una struttura ottima per creare la giusta suspense). In questo caso invece ha iniziato a nausearmi sempre più: secondo il mio parere Bram Stoker ne ha fatto in Dracula il peggiore utilizzo che io abbia mai letto.
I dialoghi sono infinitamente lunghi e a volte le scene sembrano andare in loop ( trasfusioni, trasfusioni, trasfusioni, trasfusioni e ancora trasfusioni). Interminabili dialoghi, progetti, pensieri, discorsi per arrivare a un finale che dura si e no 5 righe. Una cosa che mi ha arrecato particolarmente fastidio e che personalmente non capisco è la seguente: perché nei loro diari i protagonisti, riportando i discorsi di Van Helsing, ne trascrivono anche la pronuncia olandese?? In primo luogo, quando si scrive un diario personale generalmente non si utilizza il discorso diretto, ma anche ammettendone l'utilizzo resta il fatto che nessuna persona normodotata può ricordare e trascrivere discorsi così lunghi parola per parola, riportando anche la pronuncia. Oltre a essere una cosa assurda, irreale, sembra quasi che le sue parole vengano "scimmiottate".
Il titolo di questo articolo si riferisce a un'altro grande classico, fonte di molte rielaborazioni e trasposizioni, che ho già recensito: Frankenstein di Mary Shelley. Fra Dracula e Frankenstein ci sono delle abissali differenze. Non mi riferisco né alla trama, né allo stile, ma semplicemente alla leggibilità, o meglio all' intramontabiltà del racconto. Frankenstein è un libro che potrà essere letto in qualsiasi tempo, a qualsiasi età: il suo fascino e la sua attualità non tramonteranno mai. Nonostante appartenga al genere horror tratta temi vicini a noi, facenti parte del nostro quotidiano: l'accettazione all'interno della comunità, il rifiuto, la solitudine, il rimorso e la rabbia, la natura maligna e matrigna dell'uomo. Dracula invece è un romanzo strettamente inquadrato non solo nel suo periodo storico ma anche nella mentalità di quell'epoca. Uno sciocco esempio: sulle recensioni di Goodreads ho letto che in molti si lamentano delle trasfusioni di sangue. Ancora non erano stati scoperti i vari gruppi sanguigni e la loro compatibilità, infatti nel romanzo varie volte si legge di trasfusioni fatte con chicchessia, tutte effettuate con un successo quasi istantaneo. Questo è indubbiamente giustificabile, ma come dicevo contribuisce ad allontanare da noi le mosse del romanzo.
"La natura, in uno dei suoi accessi di clemenza, ha prescritto che persino la morte comporti qualche antidoto ai suoi stessi terrori"
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