Recensione: Candido o l'ottimismo
Titolo: Candido o l'ottimismo
Titolo originale: Candide, ou l'Optimisme
Autore: Voltaire
Anno: 1759
Generi: Racconto filosofico
Pagine: 208
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Trama
Il protagonista della storia è un giovane che "possedeva un giudizio abbastanza retto, unito a una grande semplicità" e proprio per questi motivi viene da tutti chiamato Candido. Il giovane vive nel castello del potente barone di Thunder-den-Tronckh, in Vestfalia, in compagnia della bella Cunegonda. I due giovani vengono istruiti dal filosofo Pangloss (dal greco "pan", tutto, e "glossa" lingua , quindi "tutto lingua") che insegna loro la "metafisico-teologo-cosmologo-nigologia": il nostro mondo è il migliore dei mondi possibili e tutto esiste per una ragione. Un giorno Cunegonda scopre Pangloss intento a impartire "lezioni di anatomia" a una serva dietro un cespuglio e, ispirata dal suo maestro, bacia Candido di nascosto. I due giovani vengono scoperti dal padre di Cunegonda, che bandisce Candido dal suo castello. Da questo momento in poi i personaggi della storia vivranno mille peripezie che contribuiranno alla loro crescita personale.
Candido è il romanzo del disinganno e della crescita personale. All'inizio del racconto il protagonista, Candido per l'appunto, si trova in questa idilliaca reggia, allietato dalla compagnia della bella Cunegonda e istruito (e anche illuso) dal filosofo Pangloss, che promulga una dottrina filosofica molto simile a quella leibniziana , secondo la quale la bontà divina sceglie sempre la miglior combinazione possibile delle sostanze costitutive del mondo (le monadi). Più in generale, Voltaire cerca di smontare tutte le dottrine filosofiche basate sull'ottimismo attraverso l'ossequiosa osservanza dei principi illuministici. I personaggi della storia, una volta fuori dal castello idilliaco, scoprono un mondo aspro, impervio e periglioso: Candido in particolare affronterà mille ostacoli che lo porteranno a dubitare della veridicità delle dottrine filosofiche del suo maestro. Voltaire manifesta un' imperturbabilità tale da permettergli di aggiungere con disinvoltura un tocco ironico/satirico a situazioni e scene tragiche e violente, rendendole grottescamente divertenti. Infine, il fatto che i personaggi ogni volta riescano a sopravvivere in maniera sempre più assurda non è assolutamente una fortuna per loro: più sembrano essere capaci di sfuggire alla morte, più le sventure si abbatteranno su di loro.
Voltaire venne ispirato a scrivere questo breve racconto filosofico dal terremoto di Lisbona del 1755 (intensità stimata: 8,7 - 9 della scala Richter), che causò tra i 60 e i 90mila morti.
« "Che cos'è quest'ottimismo?" dice Cacambo.
"Ah" ripsonde Candido "è la maniera di sostenere che tutto va bene quando si sta male".»
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