Shutter Island: follia nel manicomio
Shutter Island è un film del 2010 diretto da Martin Scorsese. L'attore principale e più famoso è sicuramente Leonardo DiCaprio, ma vi troviamo anche Max von Sydow, Michelle Williams, Emily Mortimer, Ben Kingsley e Mark Ruffalo. Il film prende spunto dal libro L'isola della paura di Dennis Lehane (che ancora non ho letto ma lo farò sicuramente).
Edward Daniels, un ex soldato, e Chuck Aule intraprendono un viaggio per raggiungere l'isola che ospita l'Ashecliff Hospital, manicomio per criminali malati di mente.
I due sono stati incaricati di indagare sulla scomparsa di una detenuta, Rachel Solando, rea dell'omicidio, per annegamento, dei suoi tre figli. Le circostanze della sua fuga sono quantomai fittizie: la donna era rinchiusa in una camera blindata come un gatto in trappola, al momento della fuga era scalza e per di più fuori imperversava una tempesta devastante. Il trattamento riservato ai pazienti dell'isola è molto particolare: vengono assecondate le loro "fantasie". Per esempio, a quanto dice il dottor John Cawley, Rachel Solando non sa di essere rinchiusa, crede di essere a casa con i suoi figli, e a quanto ne sa i pazienti e gli infermieri sono solo persone comuni. Ai pazienti vengono dati dei calmanti quando questi diventano troppo violenti, cercando però di limitare il più possibile l'assunzione di farmaci e allo stesso tempo di terapie dannose e/o chirurgiche.
Le indagini continuano e si infittiscono sempre più. Edward ha sogni ricorrenti riguardanti sua moglie Dolores, morta in un incendio appiccato da un piromane di nome Andrew Laeddis. In questi sogni lei suggerisce al marito che Rachel Solando è ancora viva, nonostante tutti pensino il contrario, e che anche Laeddis si trova sull'isola. Edward, anche detto Teddy, si convince fin da subito che la fuga della donna sia stata agevolata da qualcuno all'interno del manicomio. Questa ipotesi è confermata dagli interrogatori svolti sui pazienti, che sembrano ripetere tutti la stessa versione dei fatti, come se seguissero un copione. L'investigazione prosegue ed Edward è sempre più persuaso del fatto che in realtà il manicomio viene utilizzato per compiere esperimenti psicologici devianti sui pazienti.
Niente però è come sembra, nel senso più esteso che possiate immaginare. Il finale è un plot twist strepitoso, imprevedibile e sconcertante.
Un suggerimento: Edward Daniels e Andrew Laeddis... non notate nulla di strano?
Il film appartiene al filone dei thriller psicologici in cui l'ambiente e i personaggi giocano con la mente del protagonista, danneggiandolo sia mentalmente che fisicamente. Il carcere psichiatrico gioca un ruolo chiave in tutta la serie, partecipando attivamente nella storia e non viene esiliato a mero sfondo come avviene in altre opere del genere (es. Prison Break che dopo la prima stagione si sponta dall'ambiente carcerario).
E' proprio il carcere infatti a disturbare più Teddy, con i suoi pazienti strani, gli ambienti cupi e talvolta spaventosi e un generale alone fittizio.
L'isola di Peddocks in cui è ambientato il film fungeva da rifugio durante le guerre americane e come postazione di guardia fino alla II Guerra Mondiale, come dimostra il forte costruito nel 1904. Il manicomio criminale è diviso in 3 ale: Ala A, uomini, Ala B, donne e Ala C, soggetti pericolosi. Quest'ultima si trova nel Fort Andrews (forte reale). Da questo si evince, in un certo senso, il richiamo ad Alcatraz, la famosa isola-carcere da cui si diceva fosse impossibile uscire, ed infatti la copertina del film recita "Alcuni posti non ti fanno mai andare via". Un altro posto di interesse, molto cliche, è il faro in cui Teddy crede avvengano gli esperimenti.
I personaggi del film sono ben circoscritti, magistrale è la creazione di legami (positivi o negativi che siano) tra di essi. Trovo superflua e dannosa la presenza del direttore che si risolve in un brevissimo e strano viaggio in jeep. E' molto interessante il rapporto tra i due investigatori, sebbene sconosciuti possiedono un certo affiatamento, necessario in un caso del genere. Cruciale per l'intero film, motore della trama secondaria (la ricerca di Laeddis), è l'amore di Teddy per la moglie, che saltuariamente gli appare in sogno. I sogni giocano un ruolo particolare perché gettano le basi per la conclusione della storia, e giustificano il temperamento violento di Teddy che ha preso parte al Massacro di Dachau e possiede un certo odio antinazista e verso le azioni sospette dell'isola, insieme al suo corpo medico.
Menzione onorevole per le musiche che provocano uno stato d'ansia e di tensione nei punti cruciali del film, con le loro melodie opprimenti e cupe.