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Mattatoio n°5 o la crociata dei bambini


Titolo: Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini

Autore: Kurt Vonnegut

Anno: 1969

Genere: romanzo, fantascienza, satira

Lingua originale: inglese

Pagine: 197

Trama

Billy Piligrim è il più sprovveduto fra i soldati della Seconda Guerra Mondiale ma possiede un'abilità speciale: può viaggiare nel tempo. In conseguenza di ciò ha una visione molto particolare del tempo (a quattro dimensioni), che si riflette anche nell'intreccio della trama trasformandolo in una grande galleria video. Billy assiste al bombardamento di Dresda del 1945, al quale sopravvive nascondendosi nel seminterrato di un mattatoio convertito a prigione e base. Nella sua strana vita, visita anche un altro pianeta: Tralfamadore, abitato da strani esseri con la testa a forma di mano e un occhio nel centro di questa che gli svelano diversi segreti sul mondo. Billy diventerà in seguito un ottico, dopo aver sposato Valencia Merble (figlia di un ottico). Nella sua vita accadono diversi incidenti molto molto particolari che lui attribuisce al suo rapimento alieno.

 

Viaggi nel tempo, alieni, Seconda Guerra Mondiale. Non sembra anche a voi un insieme di elementi che difficilmente si possono accostare in un libro? Questa è stata la mia prima impressione quando ho letto la trama. Insieme ad essa però c'è stata anche la curiosità di leggere qualcosa in più di Kurt Vonnegut, uno stravagante, geniale, innovativo scrittore che già ha attirato la mia attenzione con Galapagos. Mattatoio n. 5 è, come il suo autore, un libro innovativo, quasi fresco in mezzo ai numerosissimi libri che ultimamente tendono sempre a uniformarsi a scapito dell'originalità e della sperimentazione e soprattutto in un panorama dove i libri di guerra risultano troppo spenti e/o ripetitivi. Il sottotitolo del libro, La Crociata dei Bambini, non si riferisce all' omonima crociata del 1212, ma più in generale all'intera Guerra, nella quale gli anziani coinvolti mandano sul campo a combattere dei bambini.

Iniziamo a parlare della struttura. Billy Piligrim non può controllare i viaggi nel tempo: si trova immerso nella gelida neve durante la Seconda Guerra Mondiale, l'attimo dopo è in casa sotto le coperte, l'attimo dopo ancora è su un altro pianeta, Tralfamadore...

A causa di ciò la trama non è assolutamente lineare, ma segue gli spostamenti temporali di Billy. Il libro può risultare difficile da seguire per le prime pagine, ma tutto diventa più scorrevole in seguito visto che tutte le storie si intrecciano per poi sbrogliarsi.

Il romanzo è scritto in terza persona, fatta eccezione per i capitoli 1 e 10, nei quali l'autore parla di come ha deciso di scrivere il romanzo tramite l'aiuto di un ex commilitone e delle sue personali riflessioni. L'autore è occasionalmente presente in prima persona anche nel resto del romanzo, come personaggio marginale (manifestandosi con un semplice "c'ero anch'io"). In questa scelta credo che l'autore volesse ricordare al lettore la sua presenza non solo all'interno del libro, ma anche al vero bombardamento di Dresda. Kurt infatti ha vissuto realmente questa terribile esperienza, salvandosi nel seminterrato di una macelleria, proprio come Billy Piligrim. L 'autore può essere ritrovato in molti personaggi come lo scrittore fantascientifico Kilgore Trout e lo stesso Billy Pilgrim.

A causa dei viaggi nel tempo e delle strane esperienze con i tralfamadoriani, Billy Piligrim ha una visione molto particolare della vita e del tempo. Gli abitanti di Tralfamadore sono infatti capaci di percepire una quarta dimensione, il tempo. La vita è per loro una galleria fotografica da scorrere liberamente quando se ne ha voglia, rivivendo i bei momenti. La morte è il punto in cui l'essere vivente cessa di esistere da quel momento in poi, ma non determina la fine della sua esistenza. Infatti ogni volta che il protagonista viene a trovarsi di fronte alla morte, esclama semplicemente "così va la vita". L'uomo è quindi in realtà immortale nell'universo di Kurt, e nell'ultimo capitolo l'autore dichiara che a suo parere questo non è affatto un bene. Il racconto di Billy, forse proprio a causa di questi straordinari eventi, forse a causa delle sofferenze e delle atrocità della guerra, è apatico, distaccato, distante dal mondo circostante. Potremmo anche definirla indifferenza, ma è più che altro uno straniamento che rende più drammatica la descrizione al lettore, ma non per Billy, data la concezione che ha della morte.

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