"Elementare, Watson!"
Titolo: Uno studio in rosso
Autore: Arthur Conan Doyle
Anno: 1887
Genere: giallo
Lingua originale: inglese
Pagine: 73
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Trama
John Watson, un ex medico militare ritiratosi dall'Afghanistan dopo essere rimasto ferito in guerra, cerca un appartamento a Londra nel quale poter riposare e rimettersi in sesto e che sia possibilmente a buon prezzo. Stamford, suo vecchio amico, gli suggerisce di rivolgersi a Sherlock Holmes, che sta cercando qualcuno con cui condividere il suo appartamento. Lo avverte inoltre che il signor Holmes è un tipo alquanto stravagante. Watson e Holmes si incontrano nel laboratorio di quest'ultimo e, dopo aver elencato ognuno i propri difetti, decidono di dividere l'appartamento. Sherlock si rivela essere un tipo assai curioso e inizialmente Watson non riesce a capire il lavoro svolto dal suo compagno. Holmes riceve molte visite a tutte le ore del giorno, è molto misterioso e si rivela essere estremamente ignorante di alcune nozioni basilari (ad esempio non conosce la struttura del sistema solare) e al contempo estremamente esperto in campi specifici. In seguito Sherlock rivela a Watson di essere un consulente investigativo. Le avventure non tardano ad arrivare e i due protagonisti tentano di sbrogliare le fila di un giallo intrigante e fitto di misteri.
In questo volume avviene il primo incontro fra John Watson e il mitico Sherlock Holmes. I romanzi gialli non sono i miei preferiti e a dir la verità tendo sempre a evitarli, ma l'esordio di questo famoso personaggio letterario non va assolutamente perso.
A parere di molti questo è il miglior libro di Doyle. Non posso esprimermi su questo punto dato che è il primo libro di Sherlock che leggo, ma posso dire di averlo apprezzato moltissimo. Ricordiamo anche che questo è il primo libro giallo scritto da sir Arthur.
La narrazione è scorrevolissima e appassionante, il linguaggio è vario e si adatta molto al contesto. Nella prima parte il narratore è Watson, quindi interno alla storia, mentre nella seconda parte il narratore è onniscente. Il romanzo è strutturato seguendo la maniera classica dei gialli, partendo quindi dalla fine cronologica della narrazione (il ritrovamento del cadavere) e concludendosi con la scoperta del movente e del modus operandi dell'omicida. I temi principali sono l'arguzia, la vendetta, la morte, la premeditazione e la perseveranza.
Ѐ d'obbligo a questo punto soffermarsi sulla figura di Sherlock Holmes. Come ho anticipato, Sherlock non ha un'ampia cultura, anzi si può definire terribilmente ignorante nel complesso. Il motivo di ciò ci verrà svelato in seguito: Sherlock ignora tutte le nozioni che non sono di suo interesse, e cioè che non concernono con l'investigazione, mentre approfondisce meticolosamente tutte le conoscenze che riguardano il suo lavoro. La caratteristica principale del personaggio è la sua straordinaria capacità analitica: da dettagli apparentemente trascurabili Sherlock riesce a dedurre elementi fondamentali per la risoluzione del caso.
"Nella matassa incolore della vita corre il filo rosso del delitto, e il nostro compito consiste nel dipanarlo, nell'isolarlo, nell'esporne ogni pollice"