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Giorni in Birmania - George Orwell


George Orwell è un autore molto famoso, i suoi romanzi e i suoi racconti vengono studiati a scuola e sono un modello per molti scrittori. I suoi romanzi più conosciuti e apprezzati sono sicuramente 1984 (utopia politica che narra di Winston Smith e della sua vita con il Partito SocIng - 1949) e la Fattoria degli Animali (romanzo satirico che racconta della ribellione degli animali di una fattoria - 1945). I temi che affrontano questi due romanzi sono la delusione delle sue aspettative a causa del declino del socio-comunismo di stampo stalinista.

Giorni in Birmania (1934) presenta i primi nuclei ideologici che poi verranno sviluppati meglio in 1984.

 

John Flory vive in Birmania, nella cittadina di Kyauktada (Myanmar) e svolge un noioso lavoro in una ditta di legname. E' un colone inglese e come tale fa parte del circolo locale con altri inglesi:

  • I signori Lackersteen, lui è un adultero ubriacone mentre lei la classica signora fastidiosa;

  • Ellis, razzista e bigotto, rappresenta il classico colone inglese (della visione di Orwell);

  • Il signor Macgregor, commissario e "capo" del distretto di Kyauktada, uomo molto calmo e saggio;

  • Maxwell, ufficiale forestale, mite ma con qualche idea razzista;

  • Westfield, capo della polizia locale, con un carattere simile a quello di Maxwell;

Un tema molto controverso all'interno del circolo è quello della possibilità, come sta avvenendo negli altri per tutto l'Impero, di far entrare un membro straniero, ovviamente l'opposizione è molto forte e le discussioni sono ormai all'ordine del giorno e sempre ripetitive.

La vita per Flory è monotona e fastidiosa, odia i suoi connazionali, le loro idee (non è il classico pukka-sahib), le loro discussioni e trova più ristoratrice piuttosto una discussione con il medico indiano Veraswami (amante fin troppo estremo della cultura inglese), con cui ormai da anni intrattiene i soliti discorsi. Il tutto poi è accompagnato da dosi eccessive di tabacco e alcol.

Oltre il dottore non ha nessuno (solo Ko S'la, il suo servo e Ma Hla May, la sua amante che non lo ama) e quando la dolce Elizabeth (nipote dei Lackersteen) arriva nel distretto, lui cambia radicalmente il suo carattere ed il suo comportamento. Grosse minacce, tra cui il grassissimo U Po Kyin, si affacciano all'orizzonte per tutti i coloni e non solo.

Il libro presenta alcuni dei temi molto cari a Orwell, come il razzismo e la discriminazione (Flory è affascinato dalla cultura birmana e non disprezza gli abitanti come invece fa Ellis), l'oppressione del singolo e della popolazione (Flory e i birmani), la ribellione ma le condizioni marce e la decadenza delle potenze, in questo caso l'Impero Inglese (che Orwell stesso ha vissuto, essendo stato in Birmania) ma anche la solitudine e la speranza.

Il tutto è pervaso dall'ironia e dal pessimismo caratteristici della produzione di George Orwell.

Inoltre c'è un abbozzamento di quello che ha originato, nella storia dell'uomo, il ciclo degli Alti, medi e bassi.

Una piccola lode va poi al finale che trovo sia stato il prevedibile ma più giusto epilogo delle vicende narrate.

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