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Jurassic World, degno successore?

Il film di oggi è il seguito di una perla del cinema di qualche anno fa, che ha accompagnato grandi e piccini, stiamo parlando di Jurassic World. Figlio di Jurassic Park e dello stesso regista Spielberg, nato nel 2015 non riesce a raggiugere la nomea di capolavoro del padre, anzi si colloca quasi nel fondo del cinema di Hollywood.

Anni dopo il fallimento del Jurassic Park è stato aperto un altro parco di dinosauri da un ricco magnate eccentrico (vi sembra un cliché? Non è l’unico). Il parco nei primi anni è andato a gonfie vele ma ora c’è bisogno di riattirare l’attenzione del pubblico. Come? Creando un ibrido tra i vari dinosauri. In laboratorio (con la collaborazione del dott. Wu, già presente nel precedente) viene creato l’Indomidus Rex, connubio dei DNA di altri dinosauri presenti sull’isola, dai quali eredita alcune “abilità”. Ovviamente tutto fallisce, il dinosauro fugge e spetta ai protagonisti risolvere il tutto, affrontando gente corrotta e accecata dai soldi e tanti (almeno numericamente) dinosauri, scappati anch’essi.

I protagonisti sono 4 ma il cast è leggermente più numeroso e spuntano attori piuttosto conosciuti e piuttosto abili, peccato che qui non possano splendere particolarmente:

– L’ allevatore di velociraptor molto tamarro, il classico figo dei film (Chris Pratt); – La direttrice del parco inizialmente piuttosto fredda (Bryce Dallas Howard); – Il teenager tipico, arrabbiato e ribelle (Nick Robinson); – Il bambino amante dei dinosauri, “bullato” dal fratello maggiore (Ty Simpkins); Perché ho preferito descriverli piuttosto che chiamarli per nome? Facile, sono semplici stereotipi senza nessuna particolarità emotiva o con un lato psicologico approfondito.

La trama, come avete capito, è piuttosto semplice e rimane in stallo per la maggior parte della pellicola. I minuti persi mostrano la potenza delle nuove tecnologie, scorci carini ed una mole di dinosauri (peccato siano pochini in termino di varietà).

I dinosauri non sono realizzati magistralmente e sono eccessivamente “coccolosi” (come i raptor con i loro occhioni). Ci sono alcune scene che, personalmente, ho apprezzato come quella degli pterodattili che attaccano i visitatori del parco e dell’enorme dinosauro marino che si ciba.

Guardarlo? Sì, ha dei nomi grossi dietro, tecnicamente non è male ed è presente su Netflix (da un mesetto).

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I diversi post che puoi trovare su questo sito sono scritti da due persone: Xavewec e Panic Room. 

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