Tortura ed Omicidio #3: Jeffrey Dahmer
Jeffrey LIonel Dahmer, anche conosciuto come il Cannibale di Milwaukee, nacque il 20 Maggio del 1960 nella cittadina di Milwaukee.
Come molti dei serial killer che la storia ha conosciuto la sua infanzia non è stata delle migliori. Ha subito abusi da parte di un vicino e i suoi genitori litigavano di continuo (il padre era spesso ubriaco mentre la madre soffriva di depressione), anche violentemente. Subito dopo il divorzio, Jeffrey venne abbandonato, per ben 2 giorni, finché il padre lo trovò dentro casa in mezzo ad un pentagono, col proposito di parlare con i morti.
La sua adolescenza fu caratterizzata da abitudini particolari tra le quali il raccogliere animali morti ed avere fantasie erotiche con soggetti morti. Abusava di alcolici e droghe (con quantità che aumentavano al passare del tempo).
Subito dopo il diploma, nel 1978, carica in auto l'autostoppista 19enne, Steven Hicks, e lo convince a seguirlo a casa. Qui si ubriacano e fanno sesso ma quando Hicks vuole andare via, un'improvvisa rabbia colpisce Dahmer che lo colpisce in testa con un bilanciere e poi lo soffoca. Per i 9 anni successivi, Dahmer va all'università (6 mesi) e si arruola nell'esercito (2 anni), lavoro in un ospedale per poi trasferirsi nella casa della nonna dove coltiva hobby come sciogliere animali morti nell'acido e collezionare manichini rubati.
Nel 1987 riprende con gli omicidi (nonostante siano scomparse 2 persone negli anni precedenti, forse non legate a lui).
Dopo aver abbordato Steven Tuomi in un gay bar, lo porta in una stanza di albergo dove, dopo aver fatto sesso, lo uccide, lo mette in una valigia per portarlo nella cantina di sua nonna, dove fa sesso di nuovo per poi smembrarlo e gettarlo tra i rifiuti.
Nell'anno successivo uccide nuovamente 4 persone, tra cui il 14enne James Doxtator e il 23enne Richard Guerrero (con quasi lo stesso metodo, solo che i pezzi vengono sciolti nell'acido).
A seguito di questi omicidi, venne cacciato di casa dalla nonna (infastidita dagli odori e dai rumori causati dal nipote) e tornò nella cittadina di Milwaukee.
Qui a Milwaukee iniziò la sua fine. Dopo aver invitato Somsak Sinthasomphone, tredicenne, per un "servizio fotografico" a casa, dopo una lite (a seguito di un tentato stupro) il ragazzo riesce a fuggire e denuncia Dahmer alla polizia. Viene arrestato e mentre aspetta la sentenza uccide, con il solito metodo, Anthony Sears. La condanna arriva e dopo 10 mesi viene scarcerato per buona condotta e (nonostante i continui trasfermenti da Milwaukee alla casa della nonna), inizia ad uccidere continuamente (circa 12 vittime nel periodo 1990-1991). Tra queste una in particolare è da considerare, Konerak Sinthasomphone (fratello di Somsak) che riuscì a liberarsi, corse verso la polizia ma Dahmer convinse gli agenti che Konerak fosse il suo fidanzato. Gli ufficiali allora "consnegnano" un'altra vittima (dopo loro verranno espulsi dal servizio) al mostro.
Nei 2 mesi successivi (con un intervallo di soli 8 giorni tra la prima e la seconda) uccise gli ultimi 3 (dei 12) uomini.
E' il 22 Luglio 1991 quando Dahmer porta a casa Tracy Edwards che, dopo essere stato drogato e legato, vede foto di cadaveri appese ai muri e riesce a scappare, stordisce il mostro di Milwaukee e corre verso la polizia.
Qui loro trovano pezzi di cadavere dentro il frigo e nelle pentole, foto di cadaveri ed altri "souvenir" delle sue vittime. Dahmer oltre a quanto appena descritto, cuoceva le teste delle sue vittime finché i tessuti molli non si staccavano e utilizzava i teschi come oggetti di arredamento. Conservava i genitali in vasi di formaldeide. Però molte parti di cadavere venivano sciolte in acido o seppellite nel cortile dietro casa.
Nonostante la condanna a 15 ergastoli (quasi 1000 anni), venne ucciso dopo due anni da Christopher Scarver. Giustizia fu fatta?