Maramao e i problemi con i fascisti
La maggior parte di voi conosce sicuramente la canzone "Maramao perché sei morto?", composta da Mario Consiglio e da Mario Panzeri nel 1939, ad oggi apprezzata soprattutto dai bambini. Non tutti conoscono però il suo oscuro passato, macchiato di arresti e censure. Sin dalle sue origini infatti la filastrocca veniva utilizzata per schernire la morte dei potenti. La notte del 10 febbraio 1831, un disabile passeggiava per le vie di Roma canticchiando il famoso ritornello: "Maramao perché sei morto? Pan e vin non ti mancava…". Ebbene, l'uomo venne arrestato con l'accusa di ironizzare sulla dipartita del papa. Circa un secolo dopo l'arresto, Mario Panzeri riadattò la canzoncina popolare facendone un successo, non gradito da tutti. Il brano fu infatti colpito dalla censura del regime fascista in quanto si riteneva che fosse un modo per farsi beffe della morte del presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, Costanzo Ciano (consuocero di Benito Mussolini). Tutto iniziò quando sul basamento del monumento in costruzione dedicato a Costanzo Ciano apparve qualche verso della canzone. Panzeri fu accusato di propaganda antifascista, ma riuscì a difendersi affermando che la canzone era stata scritta prima della morte di Ciano.
Le origini di questa canzoncina popolare sono molto antiche. Uno stralcio molto simile è presente ne "Er canto provìbbito" di Giuseppe Gioacchino Belli. Altra similitudine è ravvisabile in una dedica al brigante Ninco Nanco, ma anche in una canzone popolare abruzzese intitolata "Mara maje" (Amare me). Alcune ipotesi collegano il celebre gatto alla figura di Fabrizio Maramaldo, soldato Napoletano che uccise il capitano fiorentino Francesco Ferrucci.
Ma Maramao perché sei morto? non fu l'unica canzone tramite la quale Panzeri schernì indirettamente i potenti. In un altro grande successo, "Pippo non lo sa" (1940), Panzeri sembrò alludere al gerarca fascista Achille Starace, e anche qui scattò la censura. Il suddetto spesso passeggiava per le vie camminando tutto impettito, suscitando l'ilarità della popolazione. Nel 1962 però Gorni Kramer, uno degli autori della canzone, spiegò che la sua fonte di ispirazione era stata una conversazione col maestro Pippo Barzizza.
Ancora una: nel brano "Il tamburo della banda d'Affori" il verso " il tamburo principale della banda d'Affori,/ che comanda 550 pifferi" allude alla Camera dei fasci (di 550 membri) e a Mussolini.
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